Dedicato a Michael Jackson

Dedicato a Michael Jackson
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venerdì 21 gennaio 2011

Sentenza preliminare dell'11/01/2011

Conrad Murray sarà processato. Il giudice Michael E. Pastor ha deciso che sussistono prove evidenti ed in quantità sufficiente da giustificare il processo contro Murray, che per il momento resta incriminato di omicidio colposo rischiando di scontare al massimo una pena di 4 anni. Il giudice ha accolto inoltre la richiesta del California Medical Board di revocare immediatamente la licenza medica di Murray in California. Murray ha ora solo 24 ore per notificare la decisione del giudice ai Medical Board del Texas e del Nevada, gli altri due Stati in cui gli è consentito di praticare.
Segue il resoconto dell’udienza di ieri che ha portato il giudice alla sua decisione.

FONTI:
http://sprocket-trials.blogspot.com/

CNN
TMZ

L’accusa chiama a testimoniare Christopher Rogers, che lavora presso l’ufficio del Coroner di Los Angeles come Direttore di medicina legale, supervisionando gli altri medici dell’ufficio e occasionalmente facendo egli stesso le autopsie.

E’ stato lui ad effettuarla sul corpo di Michael il 26 giugno 2009. L’autopsia mostrava alcune cause accidentali, ma lo stato di salute generale di Michael era eccellente. Il suo cuore era sano. Ciò che risultava erano un ingrossamento della ghiandola prostatica, LA VITILIGINE, un polipo al colon e dell’artrite alla colonna vertebrale. Aveva i polmoni infiammati e con alcune lesioni.

Era alto 175 cm per circa 61 kg di peso. Rogers ritiene che il suo BMI, indice di massa corporea, fosse 20.1, secondo il quale Michael si poteva definire normopeso, anche se si trattava di un individuo magro.
(Il range di normalità del BMI va da un minimo di 18.5 ad un massimo di 25)

Rogers non rilevò alcun trauma o malattia che potesse aver portato Michael a morire di morte naturale. Nel determinare la causa della sua morte, consultò anche la trascrizione dell’interrogatorio di Murray e i rapporti tossicologici e consultò risorse esterne. Rogers cercò anche le cartelle cliniche di Michael dei mesi precedenti alla sua morte, Murray non gli fornì nulla.

Rogers ribadisce che MICHAEL JACKSON E’ MORTO PER OMICIDIO.

L’omicidio si basa anzitutto sulle informazioni relative alla pregressa assistenza medica ricevuta da Michael che era stata inadeguata. C’erano diverse azioni che avrebbero dovuto essere intraprese e non c’era alcuna prova che fossero state fatte.

Il DA chiede a Rogers degli esempi ed il medico risponde che:

1 Un dottore NON DOVREBBE USARE IL PROPOFOL per l’insonnia

2 Quando si somministra il Propofol, E’ NECESSARIO ESSERE PREPARATI AD EVENTUALI COMPLICAZIONI. Le più comuni sono l’abbassamento della pressione sanguigna, che bisogna essere pronti a gestire, e le difficoltà di respirazione e ventilazione che è necessario essere preparati ad affrontare con l’intubazione del paziente.

Murray lasciò il Signor Jackson da solo mentre era sotto anestesia e questo non dovrebbe mai essere fatto perché è una condizione in cui il paziente DEVE avere il medico pronto ad agire velocemente nel caso insorgessero effetti indesiderati.

La causa della morte di Michael per OMICIDIO fu determinata da un’ACUTA INTOSSICAZIONE DA PROPOFOL, CON UNA CONDIZIONE DI FONDO DETERMINATA DAGLI EFFETTI DELLE BENZODIAZEPINE.

Rogers ha confermato che l’effetto combinato del propofol e delle benzodiazepine provocano una sedazione più forte di quanto non producano separatamente.

Nel controinterrogatorio, l’avvocato Flanagan ha volute precisare su cosa si basava esattamente l’assunzione di Rogers della morte di Michael come OMICIDIO.
Rogers ha ribadito che il Propofol e le benzodiazepine RISULTANO SOMMINISTRATE DA ALTRI e che secondo lui IL CASO DI MICHAEL NON SUPPORTA L’AUTOSOMMINISTRAZIONE DEL PROPOFOL. Ritiene di non aver riscontrato nulla che sia incongruente con la sua conclusione.

Flanagan ha chiesto a Rogers in che modo tracce di Propofol e Lidocaina possano arrivare nel sangue del cuore. Rogers ha specificato che nel caso di Michael deve essere stato somministrato per via endovenosa, ma Flanagan ha puntualizzato che la sua era una domanda generica. A questo punto, Rogers ha risposto che questi farmaci arrivano nel sangue o attraverso un’iniezione, un’ intravenosa, oppure oralmente.
Flanagan ha poi fatto domande sulle tracce di Lorazepam rilevate, che Rogers ha confermato essere in quantità sufficienti per addormentare qualcuno, ma non per ucciderlo.
Il dottore ha confermato che dai test sul fegato, il rapporto tra Lidocaina e Propofol è di 12 a 1. Il fegato è l’organo che cattura più Propofol e lo trattiene ed è quello in cui viene metabolizzato.

L’avvocato ha interrogato anche Rogers sui contenuti gastrici, quei 70 grammi di fluido rilevati nello stomaco di Michael. Al dottore è stata chiesta una sua opinione su cosa fosse. Rogers ha detto che non poteva identificarlo, rispondendo poi alle varie opzioni presentategli dall’avvocato.
Ha affermato che è difficile distinguere quel fluido dal sangue assimilato e sì, potrebbe essere sangue; potrebbe essere succo di frutta, succo d’uva, succo di barbabietola.
Interrogato sui metodi di assunzione dei farmaci, ha detto che pensa sia possibile prendere Lidocaina per via orale, ma non lo pensa per il Propofol. Nell’eventualità che lo fosse, proposta da Flanagan, ha confermato che è uno dei modi per i quali apparirebbe nello stomaco.
Ha confermato anche che quando il Propofol viene somministrato per via endovenosa, determina una sensazione di bruciore ed è per questo che solitamente o viene combinato con la Lidocaina oppure la Lidocaina viene somministrata prima. Rogers però non ha saputo dire con precisione se anche l’assunzione di Propofol per via orale avrebbe provocato dolore. Ha detto che è possibile che il Propofol sia arrivato nello stomaco nella sua ridistribuzione, in qualunque modo sia stato somministrato. Ha specificato che nel caso di Michael, la quantità nello stomaco è così piccola che per via orale ne sarebbe stata assunta una minima quantità.

Rogers ha detto che i LIVELLI DI PROPOFOL PRESENTI NEL SANGUE DI MICHAEL ERANO MOLTO ELEVATI, in modo simile a ciò che si potrebbe riscontrare con un’ ANESTESIA TOTALE.

Dopo i tentativi di Flanagan di disegnare uno scenario nel quale sia stato Michael ad assumere altro Propofol dopo che Murray gliene aveva dati 25 milligrammi, suggerendo, sul piano ipotetico, che potesse aver ingerito lui stesso Propofol, ma anche Lidocaina, alla domanda se in questo caso Rogers classificherebbe ancora la morte di Michael come un OMICIDIO, il dottore ha risposto:
“CONTINUEREI A RITENERE CHE SIA UN OMICIDIO, SULLA BASE DELL’ASSISTENZA MEDICA PRESTATA AL PAZIENTE, CONTINUEREI A CONSIDERARLA UN OMICIDIO ANCHE SE NON FOSSE STATO IL DOTTORE A DARGLI ALTRO PROPOFOL. BASTA GIA’ IL FATTO CHE CI FOSSE DEL PROPOFOL LI’. PRIMA DI TUTTO QUELLO NON ERA UN CONTESTO ACCETTABILE PER SOMMINISTRARE PROPOFOL E IL DOTTORE NON ERA PREPARATO A CONTRASTARE I POSSIBILI EFFETTI. ”

Il testimone successivo è stato Richard Lewis Ruffalo, un anestesista ed un farmacologo clinico al quale è stata chiesta chiesta una consulenza sulla morte di Michael.Quando ha ricevuto tutto il materiale disponibile per analizzare il caso, è stato omesso il rapporto dell’anestesista dell’Ufficio del Coroner per evitare che le sue conclusioni potessero essere influenzate.

Per quanto riguarda i livelli di Propofol, il suo rapporto si basa sulle informazioni dell’UCLA. E’ importante sottolinearlo perché Ruffalo ha specificato che essendo stato inserito un grosso quantitativo di fluido nel corpo di Michael è probabile che il livelli di Propofol siano risultati più bassi rispetto a quelli che erano presenti a quando i paramedici avevano cominciato la rianimazione. Inoltre, quando il sangue viene prelevato e messo in una fiala, il Propofol tende a degradare nel tempo.

Walgren gli ha chiesto di spiegare la ridistribuzione post-mortem dei farmaci e Ruffalo ha detto che significa che i farmaci posso cambiare la loro distribuzione nel corpo di un cadavere in relazione ad alcuni fattori, ad esempio per come è stato immagazzinato il sangue, la sua temperatura e questioni relative alla decomposizione.

Nel sangue di Michael è stato rilevata una significativa quantità di Lorazepam che rispetto al Propofol degradano con meno facilità, anche se secondo Ruffalo anche i sedativi erano dal 5 al 30% in meno di quanto erano antemortem.

Ruffalo pensa che le quantità di benzodiazepine riscontrate nel sangue riflettano una somministrazione di dosaggio SUPERIORE rispetto alle dichiarazioni di Murray.

Walgren gli ha chiesto se un pulsossimetro (strumento per la rilevazione dell’ossigeno nel sangue) è sufficiente per rilevare che il paziente abbia smesso di respirare e Ruffalo ha risposto di no. Ha specificato che i farmaci possono condizionare il battito del cuore, l’ossigenazione e tutti quegli elementi che DEVONO essere necessariamente monitorati. Quando poi si ha una combinazione di Propofol e benzodiazepine, il monitoraggio deve essere il più completo possibile ed è necessario conoscere tutte le procedure di rianimazione, essere esperti nel supporto per un arresto cardiaco, essere equipaggiati per intubare la trachea e con il defibrillatore.

Al termine delle due testimonianze, la difesa e l’accusa hanno reso le loro dichiarazioni di chiusura. La difesa ha cercato di sottolineare che il tempo esatto in cui è morto Michael non era emerso in aula di tribunale, quindi se non si è stabilito quando è morto, con precisione non con approssimazione, non si può nemmeno stabilire chi sia coinvolto nella sua morte. Ha cercato di screditare i testimoni nelle loro competenze, ad esempio dicendo che sull’equipaggiamento per l’assistenza medica, definita inadeguata, non era stato interrogato un cardiologo, ma un anestesista. In merito ai dosaggi di Propofol, ha detto che era impossibile che fosse stato Murray a somministrare a Michael quantità superiori ai 25 milligrammi, questo sarebbe dovuto avvenire dopo la sua iniezione delle 10:40, ma i tabulati telefonici dimostrano che Murray tra le 11.00 e le 12.00 era al telefono.
Riguardo all’inadeguatezza di effettuare il CPR, l’avvocato ha sostenuto che Murray non dovrebbe essere accusato perché non è stato capace di riportarlo in vita.
Inoltre, ha ricordato che tutti i testimoni hanno affermato che il Propofol non poteva permettere a Michael di dormire per un lasso di tempo lungo ed il fatto che dicesse di averne bisogno per dormire era un modo per non ammettere che avesse bisogno di qualcosa per placare l’adrenalina del palco.

L’accusa ha aperto la sua dichiarazione dicendo che quello NON ERA IL MOMENTO PER MICHAEL JACKSON DI MORIRE e che I SUOI BAMBINI SONO SENZA UN PADRE SOLO PER COLPA DELLA TOTALE NEGLIGENZA DI MURRAY.
MICHAEL JACKSON E’ MORTO PER MANO DI MURRAY.
TUTTI I FARMACI CITATI SUL RAPPORTO FURONO FORNITI DA MURRAY.
Ricorda l’occultamento delle prove da parte di Murray testimoniate da Alvarez ed il tentativo di tornare a casa di Michael Jackson dopo il trasporto in ospedale secondo quanto disse lui per recuperare una crema, ma secondo l’accusa per inquinare le prove restanti.
Ricorda che i paramedici hanno testimoniato l’omissione di Murray di tutti i farmaci somministrati a Michael Jackson, omissione che rivela una coscienza di consapevolezza.
Ricorda che nemmeno ai medici dell’UCLA disse nulla, perché era consapevole di quello che aveva fatto e stava cercando di nasconderlo.
Ricorda la dichiarazione del Coroner, E’ UN OMICIDIO, anche nell’eventualità che Michael Jackson si sia autosomministrato il farmaco.
Ricorda l’evidente negligenza e deviazione dalle normali procedure di assistenza medica evidenziate dalla testimonianza del Dottor Ruffalo.
Fa notare che secondo lo stesso interrogatorio di Murray, soffermandosi sulla sequenza temporale degli eventi di quella mattina, la chiamata al 911 è successiva all’iniezione di Propofol di oltre 60 minuti. Il fatto che abbia conferito con la polizia ben 2 giorni dopo la morte di Michael gli diede tutto il tempo per pensare a cosa raccontare.
Secondo la sequenza temporale fornita da lui, Murray ha lasciato che Michael Jackson non respirasse più per oltre un’ora.
Oppure, è possibile che Murray stia mentendo sulla sequenza temporale.
Terza opzione, è che Murray sia talmente incompetente e sconsiderato da non sapere cosa gli avesse dato e quando.
Tragicamente, tutto questo ha portato alla morte di Michael, sulla base di un omicidio colposo.
Murray ha perso tempo nel chiamare la sicurezza. Se avesse chiamato subito il 911, non avrebbe avuto il tempo di coprire le prove.
Il propofol non è indicato per dormire, è un anestetico.
Murray è stato incapace di monitorare il paziente e di fornirgli un’assistenza cardiaca adeguata.
A CAUSA DELLE AZIONI DI MURRAY MICHAEL JACKSON NON E’ PIU’ QUI, NON PERCHE’ FOSSE IL SUO MOMENTO DI MORIRE.

Il giudice ha ordinato il rinvio a giudizio di Murray. Il processo per omicidio colposo comincerà il prossimo 25 gennaio 2011 alle 08.30 PST (ore 17.30 in Italua

Udienza del 10/01/2011

Nella 5 giornata di udienze preliminari, le testimonianze sono state programmate per le ore 10.00 PST (19.00 in Italia). Alle ore 09.00 PST, comunque, si è svolta un’udienza per riesaminare le mozioni e altri argomenti con i procuratori, in particolare i tabulati telefonici di Murray.

Una notizia certamente non buona è che uno degli avvocati del dottor Murray, J. Michael Flanagan, è noto per essere stato l’unico avvocato ad aver ottenuto l'assoluzione di un suo assistito della California in un altro caso che coinvolgeva il Propofol.

In aula sono presenti i genitori di Michael, La Toya, Jackie, Randy e Janet.

Fonti:
http://sprocket-trials.blogspot.com/

CNN
Los Angeles Times
TMZ

Il Giudice Pastor ha decretato che i dati ottenuti dall’iPhone di Murray possono essere ammessi come prova. Secondo l’avvocato di Murray, Ed Chernoff, il telefono contiene un po’ di brevi messaggi nella segreteria telefonica e 12 screenshot. L’accusa ha usato i tabulati per ricreare una sequenza temporale che mostri ciò che fece Murray il giorno in cui Michael morì.

Primo testimone: Stephen J. Marx
A salire per primo sul banco dei testimoni in questa 5° giornata di udienza preliminare è Stephen J. Marx, che il 28 luglio 2009 fu l’esperto forense di computer nell’agenzia federale antidroga che fa capo al dipartimento di giustizia degli Stati Uniti (DEA: Drug Enforcement Administration). Ora è in pensione.

Marx fece un’analisi dell’iPhone e ha confermato di aver trovato degli screenshot in formato jpeg e che da alcuni di essi è possibile risalire alla data di quando la persona li ha visualizzati sul telefono perché contengono la data dell’immagine.

Walgren ha chiesto conferma di uno screenshot datato 25 giugno 2009, ore 09.45 am, che si può dire sia stato visualizzato da Murray e di un’e-mail memorizzata sul telefono in cui c’era il saluto “Ciao Conrad”, firmata da Bob Taylor, un mittente con sede a Londra di una compagnia di assicurazione. L’email portava l’orario 05.54 am, ora di LA, non di Londra. Il contenuto dell’email riguardava specifiche richieste riguardo la salute di MJ. “Tu sei l’unico dottore che è stato consultato durante quel periodo? Le tue cartelle cliniche risalgono al 2006, quando hai incontrato MJ per la prima volta?”

A questa email Murray rispose alle 11.17 am del 25 giugno dicendo che gli era stata negata l'autorizzazione al rilascio delle cartelle cliniche di Michael per ottenere l’assicurazione, e che in merito alle dichiarazioni rilasciate dalla stampa sullo stato di salute di Michael c’è la volontà... (il transcript per ora disponibile in rete non continua la frase).

C’erano anche email inoltrate dalla compagnia di assicurazione e rimandate al mittente.

Secondo testimone: Tim Lopez
Una testimoninanza cruciale della gionata è stata quella di Tim Lopez, proprietario di una farmacia di Las Vegas, l’Applied Pharmacy Services.

Conrad Murray la prima volta contattò la farmacia nel 2008 identificandosi come afro-americano con alcuni pazienti afro-americani affetti da vitiligine e chiedendo per loro il Benoquin. Il farmacista non fu capace di reperire il farmaco, ma nessuno dei due ritelefonò all’altro. A marzo 2009, Murray richiamò la farmacia chiedendo nuovamente il Benoquin.

Stavolta il farmacista riuscì a rifornire Murray ad aprile e poi chiese se era possibile che le consegne dei farmaci potessero essergli fatte presso il suo ufficio. Alla fine di aprile, Murray tornò dal farmacista per dirgli che era soddisfatto della crema e chiedendogli se era in grado di fornirgli farmaci per le altre sue cliniche, chiedendo il Propofol e delle soluzioni saline.

Dopo aver ricevuto l’informazione sul prezzo, Murray fece un ordine telefonico di Propofol e soluzioni saline.

Da questo momento e fino alla morte di Michael, Murray continuò a rifornirsi di Propofol (2 specifiche formulazioni di questo farmaco) presso la farmacia di Lopez per un totale di:

255 fiale: 130 da 100 ml e 125 da 20 ml

Il primo ordine di Propofol fu consegnato tramite corriere espresso presso l’ufficio di Las Vegas di Murray. Murray chiese al farmacista se parte dell’ordine poteva essere consegnato a Santa Monica, Los Angeles. Murray disse che aveva una clinica al centro di Los Angeles. Il farmacista verificò l’indirizzo di Nicole Alvarez, la compagna di Murray, a Santa Monica e cominciò a spedire presso di esso gli ordini dei farmaci.

Le spedizioni fatte presso il domicilio di Nicole Alvarez furono 6.

Primo ordine con spedizione a Santa Monica 28 Aprile 2009: Oltre al Propofol, Murray ordinò due confezioni di diazepam per un totale di 20 flaconi e 1 confezione di lorazepam per un totale di 10 flaconi. Richiese le forme iniettabili di questi farmaci (il lorazepam era disponibile anche per via orale).

Durante una conversazione telefonica per effettuare un ordinativo, Murray richiese al farmacista delle formulazioni energetiche, ovvero che avrebbero incrementato l’insonnia. Il farmacista suggerì alcuni farmaci che avevano l’effetto di aumentare la vigilanza. Murray non voleva che fossero non-narcotici (verificare: i non narcotici sono quei farmaci che non agiscono sul sistema nervoso centrale) e voleva che fossero il più possibile naturali. Murray non voleva qualcosa soggetto a prescrizione medica, ma qualcosa da banco. Il farmacista gli disse che doveva necessariamente prendere qualche formulazione che contenesse caffeina.

Murray disse al farmacista che era egli stesso ad avere bisogno di questi energizzanti, il farmacista gli riferì alcune idee e gli disse che poi gli avrebbe fatto sapere.

Poi Murray gli disse che il suo paziente si stava lamentando del dolore per le iniezioni e gli richiese la lidocaina (che è disponibile in crema gel e in forma iniettabile).

Secondo ordine con spedizione a Santa Monica 12 Maggio 2009: il farmacista consegnò a Murray 60 grammi della formulazione in crema di lidocaina al 2% che aveva preparato per lui.
Gli fornì anche il flumazenil, che è un farmaco che serve ad invertire gli effetti delle benzodiazepine.

Terzo ordine con spedizione a Santa Monica 14 Maggio 2009: Breve discussione sulla formulazione del Benoquin, di cui Murray si era già lamentato perché riteneva che fosse troppo grassa. Il farmacista lavorò su una formulazione diversa per risolvere il problema. Murray inoltre gli fece presente che la lidocaina al 2% non era forte abbastanza, così il farmacista la fece al 4%. Gli consegnò dei campioni di questi farmaci a formulazione nuova e 60 grammi di lidocaina al 4% in crema.

A quel tempo, il farmacista stava programmando un viaggio a Los Angeles quindi chiese a Murray se voleva che questa consegna gliela facesse in aeroporto, così da risparmiare i costi di spedizione. Murray gli rispose che non era necessario e che la spedizione tramite FedEx all’indirizzo di Santa Monica andava bene.

Quarto ordine con spedizione a Santa Monica 1 Giugno 2009: nuova conversazione sugli energizzanti. Da banco erano disponibili 3 farmaci che il farmacista poteva combinare insieme in un’unica capsula, chiese a Murray se era d’accordo con questa combinazione di caffeina, efedrina e aspirina. Murray rispose di sì ed il farmacista preparò 30 capsule con questa formulazione che incluse in questa spedizione.

Quinto ordine con spedizione a Santa Monica 10 Giugno 2009: nuova spedizione con lidocaina, ma stavolta iniettabile, e altre 30 capsule di questo energizzante formulato dal farmacista con la combinazione di caffeina, efedrina e aspirina.

Sesto e ultimo ordine con spedizione a Santa Monica 15 Giugno 2009: Murray gli fece sapere che era soddisfatto degli energizzanti e richiese il prezzo. Ordinò altri articoli: 10 litri di Lorazepam iniettabile, 20 flaconi di diazepam iniettabile e 12 sacche di soluzione fisiologica.

Durante tutti questi ordini, Murray non fece mai il nome di alcun paziente per il quale avrebbe utilizzato i farmaci di questi ordini.

Il farmacista ha ricordato che la sua ultima conversazione telefonica con Murray risale al 23 o al 24 giugno 2009. C’era molto rumore e sembrava che Murray fosse alla guida della sua auto con il finestrino aperto.

A questo punto l’accusa ha verificato insieme al testimone tutte le varie fatture e ricevute di spedizione degli ordinativi di Murray. Risultano tutte consegnate all’indirizzo di Santa Monica di Nicole Alvarez. Una volta c’è stato un errore ortografico del cognome della Alvarez, poi verificato, e un’altra volta la ricevuta di spedizione porta la firma di una persona che pare corrisponda al nome di P. Mason.

Nel controinterrogatorio, il farmacista ha spiegato che l’unica verifica che compete loro per spedire i farmaci è assicurarsi che l’ordine provenga da un dottore con licenza medica, che Murray fornì al momento del primo ordine (provenienza Nevada), mentre non c’è l’obbligo di verificare che l’indirizzo di spedizione corrisponda effettivamente ad una clinica. Il farmacista ha detto che Murray era l’unico dottore al quale spediva il Propofol e poi ha specificato che il contenuto di queste fiale si può estrarre attraverso un ago.

Terzo testimone: Jaime Lintemoot
Jaime Lintemoot è una Criminalista Senior presso l’ufficio del Coroner di Los Angeles.

Nel suo lavoro ha competenze tossicologiche e di analista di sostanze, e raccoglie le prove dai corpi delle vittime. Dal 2001, lavora come tecnico tossicologo e risponde che è corretto affermare abbia diretto migliaia e migliaia di test tossicologici e che ha familiarità con il Propofol.

Prima del 2005, non esisteva un metodo per determinare la presenza del Propofol nel corpo di una vittima, lei è stata ricercatrice e risolutrice di questo problema.

Sin dai primi esami diagnostici, emerse che nel corpo di Michael era presente il Propofol.

Le analisi sono state condotte su campioni dei tessuti del corpo di Michael (cuore, intestino, ecc), e tutti hanno rilevato la presenza del Propofol. Dai campioni sono risultati anche il Lorazepam, il Diazepam e il Midazolam. Il test dell’efedrina è risultato negativo nei tessuti del cuore, ma positivo nell’urina, urina recuperata dalla sacca attaccata al catetere.

La criminalista ha fatto dei test anche su una siringa e su un ago separato dalla siringa, test che possono rilevare la presenza del Propofol ma non la specifica quantità.

Il test sul barilotto della siringa ha evidenziato la presenza di Propofol e Lidocaina.

I test sono stati fatti anche sul kit per l’intravenosa, di cui la criminalista ha disegnato un diagramma non in scala che descrive la sacca, i tubicini (uno lungo e uno corto) e il morsetto.

Sulla sacca ed il tubicino lungo non è stata trovata nessuna traccia di farmaco, mentre sulla siringa si ribadisce la presenza di Propofol, Lidocaina e Proflazonil e sul tubicino il Propofol e il Flumazenil.

L’avvocato Flanagan ha condotto il controinterrogatorio della criminalista alla quale ha fatto delle domande in merito a 70 grammi di liquido scuro presente nello stomaco di Michael al momento dell’autopsia, liquido in cui sono stati ritrovati 0.13 milligrammi di Propofol (o 1.3, il transcript, non è chiaro). Nello stomaco è stata rinvenuta anche la Lidocaina. L’analisi delle diverse quantità di questi due farmaci rilevati nello stomaco, ha prodotto un rapporto di 12 a 1 (12 parti di Lidocaina, 1 di Propofol).

Il giudice ha accolto l’obiezione quando Flanagan ha chiesto alla criminalista se poteva trattarsi di cibo o di succo. L’avvocato ha chiesto alla criminalista se era stato analizzato un qualunque contenitore di succo per la presenza di Propofol e lei ha risposto di no.

Avendo notato che sul comodino di Michael ci fosse un brick di succo, e chiedendo se sia stata fatta un’analisi per il Propofol su un qualunque contenitore di succo, la difesa potrebbe puntare al fatto che Michael abbia bevuto egli stesso il Propofol.

Quarto testimone: Orlando Martinez
Ultimo testimone della 5 giornata di udienza preliminare è il detective Orlando Martinez della Squadra Omicidi della Polizia di Los Angeles, uno degli investigatori a capo di questa indagine insieme ai detective Dan Myers e Scott Smith.

Martinez ha dichiarato di aver cercato di contattare Murray lo stesso 25 giugno 2009, ma senza riuscirci. Il giorno dopo è stato contattato dall’avvocato di Murray, Michael Pena, che concordò un incontro in un albergo per il giorno successivo. Il 27 giugno 2009 i detective Martinez e Smith si recarono all’appuntamento dove erano presenti l’avvocato Pena, l’avvocato Chernoff e Murray.

L’interrogatorio fu registrato. Anzitutto, i detective chiesero a Murray quando aveva incontrato Michael Jackson per la prima volta e lui rispose nel 2006, attraverso il figlio di un suo paziente. Murray curò Michael ed i suoi figli per un’influenza a Las Vegas, non come cardiologo, ma come medico generico. Martinez ha riferito che il Dottor Murray raccontò di aver ricevuto una telefonata da Michael Amir Williams con la richiesta di prendersi cura di Michael in vista del tour, e che Michael Jackson voleva che fosse lui ad accompagnarlo nel suo tour londinese. Secondo Murray, dopo aver ricevuto quella prima telefonata da parte di Amir Williams, fu lo stesso Michael a contattarlo. Murray riferì alla polizia di aver curato Michael per l’insonnia per poco più di due mesi antecedenti alla sua morte, di notte e 6 giorni a settimana. Murray descrisse la sua terapia per aiutarlo a dormire: un’iniezione di 50 milligrammi di Propofol ed una flebo per tenerlo sotto controllo.

Quando il procuratore distrettuale ha chiesto a Martinez se Murray aveva parlato di 50 milligrammi ogni notte, il detective ha risposto: “Quello era il massimo”.
“Murray le disse che quella era il totale o la quantità di una dose?”
“Non penso che lo evidenziò in modo specifico. Mi disse che era un dosaggio per farlo addormentare e poi parlò di una flebo specifica”.

Martinez ha detto che Murray in più di un’occasione durante l’interrogatorio fece cenno a probemi di dipendenza dai farmaci di Michael. In merito alle ultime sere, Murray disse che pensava che Michael avesse maturato una dipendenza da Propofol. Perciò, decise di svezzarlo ricorrendo ad altri farmaci.

(Nota personale: peccato che DAL PROPOFOL NON SI PUO’ DIVENTARE DIPENDENTI!)

Nel descivere le ultime sere, Murray disse di aver somministrato il Propofol a Michael ogni singola notte per oltre due mesi.

Il tentativo di “svezzare” Michael dal Propofol da parte di Murray, negli ultimi 3 giorni della sua vita, fu fatto la prima notte somministrandogli un dosaggio di Propofol inferiore e altri due farmaci, il Lorazepam e il Midazolam. La seconda notte, dandogli soltanto questi ultimi due.

Quella notte del 25 giugno, Murray raccontò alla polizia di essere arrivato per primo a Carolwood, alle 12.50 am, e di essere salito in camera di Michael ad aspettarlo. Michael secondo Murray rientrò a casa circa all’una di notte, lo raggiunse nella sua stanza, si fece una doccia e si cambiò. Murray gli massaggiò sulla schiena una lozione per la pelle per il suo trattamento dermatologico.

Poi, gli diede per via orale del valium e cominciò la somministrazione intravenosa del lorazepam. Michael non riusciva a dormire e Murray gli somministrò ancora lorazepam, diazepam e poi midazolam.

Disse che Michael si lamentava del fatto che se non poteva dormire, avrebbe dovuto cancellare le prove e gli spettacoli. Disse che si sentiva pressato da Michael che continuava a lamentarsi perché nonostante Murray gli iniettasse quei farmaci alle 10 am era ancora sveglio. Michael chiese il suo “latte”, ovvero il Propofol, e Murray raccontò di avergliene dato solo 25 milligrammi, quindi la metà del normale dosaggio, alle 10.40/10.50 am. Alle 11.00 Michael si addormentò e Murray disse di aver monitorato le sue condizioni finchè non si sentì tranquillo e decise quindi di allontanarsi dalla stanza perché voleva cambiarsi nel bagno. Dichiarò di essersi allontanato solamente per 2 minuti; quando tornò, si sorprese nel rendersi conto che Michael aveva smesso di respirare.

Dichiarò che la prima cosa che fece dopo essersi accorto di questo, furono delle compressioni sul petto e la respirazione bocca a bocca. Le compressioni le faceva con una sola mano, tenendo l’altra sotto la sua schiena per sostenerla: Michael era sul letto perché Murray disse che da solo non sarebbe riuscito a spostarlo sul pavimento.
(Nel transcript ci sono dei numeri, probabilmente si riferiscono alla nota del DA sull’altezza di Murray, circa 2 metri, e il suo peso, circa 100 kg).
Il giudice ha accolto l’obiezione della difesa sulla domanda relativa al peso di Michael. Quando fu interrogato sul perché non avesse chiamato subito il 911, rispose che non voleva interrompere il suo tentativo di prendersene cura e non disse nulla ad Amir quando lo chiamò perché avrebbe potuto interferire con le sue cure.

Poi iniettò a Michael del tomazapil (questo farmaco non esiste, è sicuramente un errore del transcript).

A quel punto, uscì sul pianerettolo e raggiunse la cuoca giù per le scale dicendole che aveva un’emergenza e di mandargli la sicurezza al piano di sopra. Alvarez raggiunse la stanza, Murray gli chiese di chiamare il 911 e poi arrivarono i paramedici.

Martinez ha poi confermato che Murray durante l’interrogatorio non parlò mai delle telefonate e dei messaggi che fece quella mattina (come risulta dai tabulati dei suoi due telefoni), non fornì mai alcuna cartella clinica di Michael Jackson per il suo trattamento a Carolwood, non richiese alcuna autopsia né firmò il suo certificato di morte.

Nel controinterrogatorio, Chernoff ha fatto notare che i detective non chiesero a Murray se lui avesse fatto altre telefonate oltre a quella riferita da lui stesso fatta ad Amir, quindi ha voluto sottolineare che il suo assistito non ha mentito, ma semplicemente i detective non gli fecero quella domanda.

Inoltre, ha ottenuto conferma da Martinez di alcune dichiarazioni di Murray in quell’interrogatorio: che Michael sapesse tutto riguardo al Propofol, che lo chiamava il suo “latte”, così come si riferiva alla lidocaina come al suo “antibruciore”, e che spesso chiedeva a Murray se poteva iniettarsi il Propofol da solo, ma Murray non glielo permetteva..

Udienza del 07/01/2011

La quarta giornata di udienza preliminare è stata caratterizzata da un importante affondo dell'accusa riguardo all'attesa da parte di Murray nel chiamare i soccorsi, e dalle prime avvisaglie della strategia difensiva che punta all'autoiniezione della dose fatale di Propofol da parte di Michael.

Presenti in aula i genitori di Michael e La Toya.

Fonti:
http://sprocket-trials.blogspot.com/
CNN
Los Angeles Times
TMZ

Nota sulle fonti: Leggendo molte pagine di materiale per scrivere questi resoconti, continuo a notare imprecisioni e contraddizioni che secondo la mia opinione rendono impossibile distinguere le fonti "ufficiali" da quelle ufficiose, e nel caso di Michael ancor di più, visto che i media non hanno fatto altro che mentire sul suo conto. TMZ è stato il primo ad informare sulla morte di Michael, ma in questi 18 mesi e oltre, ha pubblicato numerose notizie fasulle e anche alcuni aggiornamenti sulle udienze contraddicono ciò che è possibile leggere altrove. Escluderlo a priori, così come le altre fonti che presentano tutte, chi più chi meno, delle incongruenze, credo che non ci permetterebbe di avere quanto meno un quadro generale di quello che sta succedendo a Los Angeles, un quadro su cui però, come facciamo sempre, vi invitiamo a riflettere e fare le vostre verifiche, perchè purtroppo nessuna di noi è presente in aula, e anche se fosse così, sarebbe sempre bene da parte di ciascuno di voi approfondire le informazioni. Grazie.

Primo testimone: Dan MyersL’accusa ha messo sotto i riflettori l’intricata vita privata di Conrad Murray chiamando sul banco dei testimoni tre amanti del dottore, due ex e una attuale.

Il primo ad essere ascoltato però è stato il detective Dan Myers della polizia di Los Angeles, che ha concluso la sua testimonianza cominciata nella sessione pomeridiana della terza giornata di udienza preliminare del 6 gennaio 2011.

Myers si occupò di esaminare i tabulati telefonici di Murray, con particolare attenzione all’intervallo temporale compreso tra la mezzanotte del 24 giugno fino alla conclusione del 25 giugno, contattando i numeri telefonici registrati allo scopo di identificare le persone che erano state chiamate.

Tali persone furono:
07:01 am, Andrew Butler, che identificò Murray come suo amico e dottore;
08:49am, Angelette Guild, che identificò Murray come un amico e suo medico;
09:23 am, Bioni Marissia, che identificò Murray come il padre di una sua amica;
10:22 am, la Acres Home e Cardiology Clinic in Texas;
10:34 am, Stacey Howel Ruggles, che disse di conoscere Conrad Murray e che era la sua assistente personale. Riferì al detective che Murray le aveva chiesto la sua collaborazione per una lettera relativa all’imminente tour di Londra;
11:07 am, di nuovo la Ruggles;
11:18 am, chiamata effettuata al 6802, contattato quel numero per 32 minuti di telefonata. Si trattava dell’ambulatorio di Murray a Las Vegas, dove il detective si recò personalmente;
11:26 am, telefonata a Murray da parte della Signorina Morgan;
11:51 am, Sade Anding (quindi, NON Nicole Alvarez, come da resoconto della terza giornata di udienza preliminare);
12:12 pm, Michael Amir Williams;
01:08 pm, Nicole Alvarez.

Nel controinterrogatorio, la difesa ha cercato di approfondire il lavoro investigativo di Myers, che ha dichiarato di aver parlato con la Signorina Sade Anding alla quale risultava essere stata fatta la telefonata delle 11.51 am da Conrad Murray.

Secondo testimone: Sade AndingE’ della Anding la testimonianza che ha influito più direttamente sulla morte di Michael, proprio perchè era al telefono con Murray nel periodo di tempo in cui il dottore si rese conto che Michael giaceva morente sul letto.

La Anding conobbe Murray più o meno alla fine di febbraio 2009 al Sullivan Steak House presso il quale lavorava servendo cocktail. Non è stata precisa nel ricordare l’orario in cui Murray le telefonò (secondo http://sprocket-trials.blogspot.com/, ha detto circa alle 12.30 pm del Texas, che ha una differenza di due ore dalla California, quindi secondo i suoi ricordi Murray la chiamò verso le 10.30. Secondo TMZ, non è chiaro se si riferisse al fuso orario del Pacifico o a quello del centro America.).

Ha detto che dopo i saluti, lei gli disse di ascoltare com’era andata la sua giornata, ad un certo punto sentì un altro telefono suonare, un trambusto come se il telefono fosse stato messo in una tasca o qualcosa del genere, delle voci borbottare, che non riconobbe, e poi la sua telefonata fu interrotta. Provò a richiamare Murray e a mandargli un messaggio senza ottenere risposta, cosa che ha definito insolita.
Considerando l’intervallo temporale di questa telefonata (telefonata 11.51 am della durata di 11 minuti) come quello nel quale Murray si rese conto delle condizioni di Michael (presumibilmente verso le 11.55 am) e la telefonata al 911 partita alle 12.21 PM, ci sono almeno 20 minuti di tempo di attesa da parte di Murray prima di chiamare i soccorsi per Michael che aveva smesso di respirare.
Con Murray parlò più tardi, quando la polizia la raggiunse nella sua casa di Houston. Murray le chiese scusa per averla messa in questa situazione e le suggerì di parlare con il suo avvocato dopo aver conferito con la polizia.

Terzo testimone: Bridgette MorganTestimone successiva Bridgette Morgan, che ha dichiarato di aver conosciuto Murray in un club nel 2003 e di averlo chiamato quella mattina del 25 giugno, ma senza riuscire a parlarci.

Quarto testimone: Nicole AlvarezL’attuale compagna di Murray, Nicole Alvarez, è stata tra le 3 quella trattenuta per più tempo, probabilmente perché l’interesse dell’accusa è collegare i costi finanziari della vita sentimentale di Murray con il suo desiderio di tenersi un lavoro per Michael da 150.000 dollari mensili.
La sua testimonianza è stata caratterizzata da molti “Non ricordo” e “Può ripetere la domanda?”. Tra i tanti vuoti di memoria, non ha ricordato: se Murray le aveva detto di essere ancora sposato quando cominciarono la loro relazione (i due si conobbero in un club nel 2005, il giudice ha accolto l’obiezione quando l’accusa voleva sapere quale fosse esattamente la sua qualifica professionale all’interno del club); quando esattamente venne a sapere di aspettare un bambino da Murray (nato a marzo 2009); quante volte a settimana Murray si tratteneva a dormire a casa sua nel 2009; quando apprese che lui lavorasse per Michael Jackson, dicendo semplicemente che “ad un certo punto” ne divenne consapevole, ma Murray non le parlò mai di questo suo lavoro.

Quando l’accusa le ha chiesto se Murray avesse contribuito a pagare l’affitto della sua residenza di 2.500 dollari al mese, ha risposto di no, che lei era un’attrice e stava lavorando a dei progetti.

La Alvarez sapeva che Murray sarebbe andato in Inghilterra. Era stata invitata a seguirlo, anche se non ricorda esattamente quando, ma era entusiasta all’idea e voleva andare insieme al bimbo.
Quando l’accusa le ha mostrato alcune ricevute dei corrieri espresso che facevano consegne per il Dottor Murray presso la residenza della Alvarez, fra le quali sei consegne dalla farmacia di Las Vegas (la farmacia presso la quale Murray si riforniva del Propofol), la donna ha esitato nel riconoscere la sua firma, non ha saputo indicare di chi fossero quelle che ha riconosciuto con certezza come non proprie e ha detto di non aver mai aperto nulla che fosse indirizzato a Murray. L’accusa le ha chiesto se aveva contattato l’avvocato Chernoff dopo la morte di Michael, lei ha risposto che non ce ne sarebbe stato motivo e che ha contattato l’avvocato solo dopo aver ricevuto un mandato di comparizione.

Quinto testimone: Elissa FleakL’ultima testimonianza della giornata è stata di Elissa Fleak, un’investigatrice per il coroner della contea di Los Angeles, da 8 anni in questa posizione. Appresa la notizia della morte di Michael Jackson, la Fleak riuscì a raggiungere l’UCLA Medical Center alle 05.20 pm per fare delle osservazioni sul corpo del deceduto, ad esempio per cercare delle ferite da taglio. Ha detto che non fu trovato nulla. Ha specificato di aver ottenuto dallo staff medico dell’UCLA 4 campioni di sangue di Michael per le analisi tossicologiche. Dopo essere andata in ospedale, si recò a Carolwood per investigare a casa di Michael, nello specifico la zona della camera da letto. Fotografò degli elementi che ritenne pertinenti alla causa della morte e fece l’inventario di tutte le prescrizioni mediche che rinvenne nella stanza, riportato sui documenti del Coroner.

Le prescrizioni recuperate sono:Flomax, clonazepam, diazepam, lorazepam, temazepam, trazodone e tizanidine.
Furono raccolte diversi flaconi di pillole (Vicodin), e tubetti di Lidocaina sul comodino. C’era anche il Benoquin.

La Fleak documentò anche chi era il dottore che aveva fatto quelle prescrizioni e ne risulta che:
Diazepam (Valium), Flomax, Lidocaina, lorazepam (Ativan), temazepam erano state prescritte dal Dr. Murray; il Clonazepam e il trazodone dal Dottor Metzger; nome mancante prescritto dal Dr. Klein (è presumibile il Benoquin visto che è il farmaco usato nel trattamento della vitiligine).

Alla Fleak sono state mostrate le foto della stanza di Michael per riconoscere tutti gli oggetti presenti: siringhe sul tavolo, aghi sul pavimento, una sacca dell’urina, diversi assorbenti per l’urina, una scatola aperta di aghi ipodermici, un catetere intravenoso, una sacca con soluzione salina.
E due flaconi vuoti: uno di Propofol da 200 mg, l’altro potrebbe essere midazolam (la nota di trascrizione è incerta sul secondo farmaco).

La Fleak fece una seconda ispezione nella casa di Michael il 29 giugno 2009, informata dai detective che c’era ulteriore materiale investigativo nella casa. Alla camera da letto di Michael era allegata un’altra stanza, per descriverla sono state mostrate delle foto, sembra ci fosse una zona armadio della grandezza di una camera normale dove sono state recuperate altre prove, tra cui un flacone di Propofol all’interno di una sacca tagliata e altre 6 fiale di Lidocaina.

Dopo aver letto anche l’inventario di tutto questo altro materiale ritrovato il 29 giugno, l’accusa ha chiesto se era corretto dire che in totale la Fleak aveva contato 11 flaconi di Propofol (alcuni sono da 100 ml, altri da 20 ml), e lei ha risposto di sì. In aggiunta a quello vuoto trovato sul pavimento il 25 giugno, nella stanza di Michael erano 12 i flacondi di Propofol.

Nel controinterrogatorio alla Fleak, la difesa del Dottor Murray ha cominciato a delineare la propria strategia di difesa, che punta sul fatto che Michael Jackson, per la frustrazione di non riuscire a dormire quel giorno, si sia autoiniettato da solo la dose di Propofol che alla fine lo ha ucciso. Un avvocato del team di difesa, J. Michael Flanagan, ha fatto ad Elissa Fleak alcune domande che alludono a questa teoria, ad esempio se per Jackson fosse stato possibile raggiungere le siringhe dal letto, ma in questo caso il giudice ha accolto l’obiezione dell’accusa.

Le udienze preliminari riprenderanno lunedì 10 gennaio alle 09.00 PST (ore 18.00 in Italia).

Udienza preliminare del 06/01/2011

Molto intensa la terza giornata di udienza preliminare di ieri, 6 gennaio 2011. E' bene specificare subito che alcuni dettagli devono essere verificati per la loro complessità e perchè provengono da fan presenti in aula di tribunale che potrebbero aver twittato delle imprecisioni. Il riferimento va soprattutto ai dati dei tabulati telefonici di Murray.

Poco prima del consueto orario di inizio della terza udienza preliminare per l’omicidio di Michael, 09.00 PST (ore 18.00 italiane), sono arrivate in tribunale Katherine e La Toya Jackson, poi raggiunte da Randy.

Fonti:
AP: Associated Press
Los Angeles Times
CNN
TMZ
MJJ Community
http://sprocket-trials.blogspot.com/

Primo testimone: Richard SenneffA salire sul banco dei testimoni per primo ancora il paramedico Richard Senneff, già ascoltato nell’udienza di mercoledì 5 gennaio 2011. Senneff ha parlato di un’incredibile folla di paparazzi e visitatori all’esterno della casa di Michael che intralciarono la corsa dell’ambulanza all’ospedale. “Era un circo là fuori, era incredibile”. Senneff ha detto che l’autista dell’ambulanza aveva difficoltà ad uscire dalla residenza di Michael a causa di quella folla, che includeva i passeggeri di un tour bus e fotografi con macchine fotografiche e videocamere di ogni dimensione. Ad un certo punto, un uomo con una telecamera corse accanto all’ambulanza tenendo una macchina con un grande obiettivo contro il vetro. “Sembrava così sbagliato”, ha detto. Interrogato dall’avvocato della difesa, Senneff ha riferito che Murray voleva inserire un catetere venoso centrale per far ripartire il cuore di Jackson dandogli del magnesio, ma i medici non erano equipaggiati o istruiti a fare un’operazione del genere e non avevano magnesio con loro. Ricordando di non aver riconosciuto Michael Jackson nel paziente, il cui nome venne pronunciato ad un certo punto da qualcuno presente nella stanza di cui Senneff si è detto non sicuro di chi fosse precisamente, ha chiarito che la squadra di rianimazione andò oltre il proprio dovere non perché Jackson fosse una celebrità, ma perché “era il figlio di qualcuno”.
Gli è stato chiesto se Murray li avesse assistiti durante il trasporto di Michael giù per le scale e Senneff ha risposto “non in quel momento”, perché Murray disse di aver sentito un battito sull’arteria femorale di Michael (sulla gamba, vicino all’inguine). Il paramedico ha spiegato che quando il CPR viene praticato bene, non è raro rinvenire un battito. Dopo le compressioni, è possibile avvertire un battito, se le compressioni cessano, allora ovviamente non sono queste a determinarlo, occorre fermarsi per qualche secondo e controllare il monitor della macchina per l’elettrocardiogramma. Senneff fece esattamente questo, ma il tracciato di Michael era piatto. A quel punto Michael fu portato giù al piano di sotto e messo sull’ambulanza. Il Dottor Murray chiese ai paramedici di somministrare a Michael un’altra dose di epinefrina (adrenalina).
Essi lo fecero attraverso una soluzione salina. Una volta arrivati all’UCLA, c’era folla dappertutto. Il Dottor Murray chiese ai paramedici di coprire il volto di Michael con un’asciugamano. Senneff pensò che fosse una richiesta ragionevole, soprattutto dopo che un uomo aveva rincorso l’ambulanza giù per Carolwood per filmare la scena. All’UCLA tentarono ancora di rianimare Michael Jackson. Mentre era all’ospedale, Senneff apprese che l’UCLA aveva dichiarato lo stato di decesso del paziente. Non ha ricordato esattamente il lasso di tempo intercorso, ma ha supposto che la dichiarazione fosse avvenuta dai 45 ai 60 minuti dopo l’arrivo di Michael in ospedale.
Ancora nel controinterrogatorio, gli è stato chiesto se poteva trattarsi di un “falso” battito (di quelli che si verificano durante le compressioni del CPR). Senneff ha ribadito che i paramedici non sentirono mai alcun battito. L’avvocato della difesa Murray gli ha chiesto se il Dottor Murray offrì del magnesio e il catetere venoso centrale dal proprio equipaggiamento medico e Senneff ha risposto di no.
Chernoff ha voluto che specificasse di nuovo l’intervallo che secondo la sua opinione poteva essere passato dalla morte di Michael Jackson all’arrivo dei paramedici, e Sennoff ha ripetuto che poteva essere già deceduto dai 20 ai 60 minuti prima del loro arrivo.
“A che ora ci fu la chiamata al 911? – Alle 12.21 pm. – Quella non era esattamente l’ora della telefonata, ma di quando lei l’ha ricevuta, è corretto?”. Il testimone ha avuto bisogno di consultare il run sheet. La telefonata arrivò alle 12.21 pm e loro la presero alle 12.22 pm.

Secondo testimone: Martin BlountIl testimone n° 7 dell’accusa è stato Martin Blount, un altro paramedico, con 20 anni di esperienza come vigile del fuoco, e 11 da paramedico. Quella mattina del 25 giugno 2009 era l’autista dell’ambulanza. La prima volta che vide il paziente, questi non era sul pavimento, ma sul letto. Ha identificato il Dottor Murray come la persona che aprì la porta e chiese aiuto, ricorda che stava sudando, ed era in evidente stato di panico. Blount ha detto di aver notato l’attrezzatura per l’intravenosa nella stanza. Il paziente fu messo in una zona migliore della stanza.
Blount fu l’ultima persona nella stanza perchè come autista competeva a lui prendere la barella e gli altri dispositivi medici. La sua posizione era alla testa del paziente. Sentì chiedere a Murray se aveva somministrato al paziente dei farmaci e il Dottor Murray disse di no e spiegò che era presente l’intravenosa perché il paziente era stato soggetto a disidratazione. La sua dichiarazione alla polizia dice che il Dottor Murray raccontò che le prove del giorno precedente avevano avuto una durata di 16 ore.
Ha ricordato che Murray disse ai paramedici che erano passati solo 5 minuti dal collasso di Michael alla telefonata al 911. Blount ha riferito di aver notato nella stanza una bombola per l’ossigeno e delle cannule nasali che servono a connettere la bombola, ma nessun monitor per controllare il battito cardiaco. Blount inserì un tubicino per dare aria a MJ attraverso una pompa manuale. I paramedici si accorsero di un’intravenosa che non stava funzionando bene, allora cercarono un nuovo spazio dove inserire un’altra intravenosa. Toccarono le braccia di Michael Jackson per trovare questo nuovo spazio e pensarono che il suo corpo era freddo. I paramedici decisero di infilare l’intravenosa aggiuntiva nella giugulare e a quel punto si resero conto che gli occhi di Michael erano fissi e dilatati. Anche secondo Blount, Michael era già morto all’arrivo dei paramedici. Blount ha riferito che Murray ad un certo punto ha mostrato un ago ipodermico di colore blu del diametro di 24 (mm?) che ha definito strano visto che Murray aveva detto di non aver dato a Michael nessun farmaco. Ha detto che Murray voleva utilizzarlo su una siringa, ma lui e gli altri paramedici si rifiutarono. Blount ha ribadito che non c’era nessun ritmo cardiaco visibile dal monitor e che Murray disse ai paramedici che lui aveva sentito una pulsazione femorale. Ha definito strano anche il catetere esterno (a sistema condom), di cui ha spiegato l’uso comune nelle procedure chirurgiche quando il paziente è in stato di incoscienza. Murray fece una telefonata dall’ambulanza. Nel contro interrogatorio, l’avvocato di Murray ha detto che in realtà Blount aveva detto agli investigatori che la pelle di Michael non era né calda né fredda. Blount ha detto che uno dei paramedici chiese a Murray se Michael stava assumendo sostanze stupefacenti e Murray ha risposto di no. La difesa di Murray ha inoltre ricordato che uno dei paramedici, Goodwin, fallì 3 tentativi di trovare una vena sulle braccia di Michael e ha chiesto a Blount se questa difficoltà è usuale nei dipendenti dai farmaci. Blount ha fornito un esempio di un noto dipendente dai farmaci con dei tatuaggi sul quale era stato ancora possibile trovare una vena. La difesa ha di nuovo chiesto se potrebbe essere difficile e Blount ha convenuto di sì.

Terzo testimone: Harry DaliwalDopo la pausa pranzo, l’udienza è ripresa con le testimonianze di due responsabili della compagnia telefonica che hanno fornito i registri dei due apparecchi del Dottor Murray, un iPhone e uno Sprint-Nextel. I registri mostrano che il Dottor Murray ha inviato e ricevuto numerosi messaggi e telefonate, ma non ha mai chiamato il 911.
Particolarmente interessanti due messaggi inviati da Murray, uno alle 12.03 pm e l’altro alle 12.04 pm. La persona alla quale Murray stava spedendo i messaggi era in Texas. Non è chiaro se i messaggi abbiano qualcosa a che fare con le due donne dell’ufficio di Murray che andarono a recuperare delle scatole nel deposito.

Testimone: Harry Daliwal, impiegato presso la AT&T (iPhone) da 15 anni.
72 pagine di registrazioni, ripeto che noterete alcune notizie contraddittorie.

Di seguito un breve resoconto:09:00 am: sms spedito a o da qualcuno in Texas;
09:11am : sms spedito a o dal Texas;
871 dati ricevuti allo stesso modo dalle 12.04 am alle 06:04 am del 25 giugno 2009;
12:03 pm: sms spedito a o dal Texas;
12:04 pm: sms spedito a o dal Texas;
12:15 pm: invio dati;
12:18 pm: invio dati;
12:53 pm: sms in California
01:23 pm: sms in Nevada

Chernoff non ha fatto alcuna obiezione. Ha dichiarato di non avere familiarità con il documento dicendo che aveva ricevuto i registri delle telefonate e non quello dei messaggi.

Alcuni dettagli della lista delle telefonate di Murray:10:29 am: telefonata da un numero sconosciuto a Murray della durata di 22 minuti.
11.07: telefonata a Murray della durata di 1 minuto;
11:18 am: telefonata a Murray della durata di 32 minuti (dato da verificare, perché i 32 minuti scadrebbero alle 11.50 am e alle 11.49 viene riportata un’altra telefonata)
11:49 am: telefonata da Murray al numero 702 xxx 4989 della durata di 3 minuti.
11:51 am: telefonata da Murray al numero 832-xxx-3832 della durata di 11 minuti.
12:12 pm: telefonata da Murray al numero 562 xxx-2570 della durata di 1 minuto.
12:15 pm: dal numero 562 xxx 2570 a Conrad Murray della durata di 1 minuto.

TELEFONATA DELLE 11:51 am della durata di 11 minuti alla fidanzata: Questo è in contraddizione con quanto dichiarato ai poliziotti, ovvero che appena dopo mezzogiorno lui era al telefono con Alvarez e quando si rese conto che Michael Jackson stava male buttò giù il telefono.

Quarto testimone: Testimone Jeff Strohm, che lavora per la Sprint Nextel.
/b>Breve resoconto delle telefonate:
8:49 am: telefonata dal numero 5217 a Murray della durata di 53 secondi
10:22 am: dal numero 0124 a Murray della durata di 111 secondi
10:34 am: da Murray al numero 3233 per 8 minuti e mezzo
11:26 am: dal numero 9566 a Murray per 7 secondi
1:08 pm: da Murray alla fidanzata Nicole Alvarez della durata di 2 minuti.


Chernoff ha chiesto se c’è un modo per rimettere insieme i vecchi messaggi vocali degli utenti e Strohm ha risposto che c’è, ma che lui non è un esperto. Gli è stato domandato se tutte le telefonate del 25 giugno sono state registrate nell’area di Los Angeles e ha risposto di sì.

Quinto testimone: Richelle Cooper e Thao NguyenNella sessione pomeridiana della giornata sono stati ascoltati due dottori dell’UCLA Medical Center, che hanno dichiarato che Michael Jackson era già morto all’arrivo in ospedale, ma ancora il Dottor Murray disse loro di non rinunciare con facilità al tentativo di salvare il paziente.
La dottoressa Richelle Cooper ha testimoniato che quando Jackson arrivò all’UCLA non c’era alcun segno di vita e ha specificato che Murray non era disposto a parlare dei farmaci che aveva somministrato a Michael Jackson. Murray le disse che Michael aveva preso del Valium e del Flomax per problemi urinari. Cooper ha detto che Murray ha ammesso di aver dato il lorazepam, ma non fece mai cenno al Propofol. Il tempo speso nel tentativo di rianimare il paziente, nonostante fosse già chiaramente morto quando l’ambulanza lo portò in ospedale, fu di un’ora e 26 minuti. Alle 02.26 pm fu presa la decisione di dichiararlo morto. Il dottor Cooper ha dichiarato che il peso di Michael Jackson era di circa 61 chilogrammi.
L’altra dottoressa al banco dei testimoni, Thao Nguyen, ha confermato che il Dottor Murray negò di aver somministrato al paziente altre benzodiazepine e il Propofol, parlò solamente di 4 milligrammi di lorazepam somministrati per via endovenosa. Ha detto che tutte le domande relative agli intervalli di tempi trascorsi dalla somministrazione del farmaco all’interruzione della respirazione, alla telefonata al 911, non le furono specificati dal Dottor Murray, che le disse di non avere a disposizione un orologio per controllarli.

giovedì 20 gennaio 2011

Udienza preliminare del 05/01/2011

Alle 09.00 PST di Los Angeles, ore 18.00 italiane, è cominciata la seconda giornata di udienza preliminare per l’omicidio di Michael alla quale hanno presenziato entrambi i genitori di Michael, tutte le sorelle Jackson, Janet, Rebbie, e La Toya insieme al suo manager Jeffrey Phillips, e il fratello di Michael, Randy.

Il resoconto dell'udienza si basa sulle seguenti fonti:
ABC News
SKY News
Los Angeles Times
Tmz
Justice4Michael blog

Primo testimone: Alberto Alvarez
La testimonianza di apertura è stata quella di Alberto Alvarez, 34 anni, alle dipendenze di Michael come direttore logistico. Alvarez è stata la prima persona a mettere piede nella camera da letto di Michael dopo che Murray si rese conto che il suo paziente aveva smesso di respirare.

Erano circa le 12.17 del 25 giugno 2009.
1° versione (fonte: Justice4Michael) - Quando Alvarez raggiunse il piano di sopra dove vide Murray fuori dalla stanza di Michael aggrappato al corrimano della scala. A quel punto entrarono nella stanza di Michael e Alvarez vide Michael sdraiato sul letto con gli occhi e la bocca aperti.
Murray faceva pressione sul petto di Michael con una sola mano. Raggelato alla vista di quella scena scioccante, Alvarez: chiese al Dottor Murray: “Cosa è successo? – “Ha avuto una brutta reazione, ha avuto una reazione allergica” fu tutto ciò che disse.

2° versione (Tmz/Los Angeles Times): Quando Alvarez arrivò nella stanza di Michael e vide Murray rannicchiato in uno stato di panico vicino al letto di Michael fargli compressioni sul petto con una sola mano. Alvarez vide Michael sdraiato sul letto con gli occhi e la bocca aperti. Raggelato alla vista di quella scena scioccante, Alvarez chiese al Dottor Murray: “Cosa è successo? – “Ha avuto una brutta reazione, ha avuto una reazione allergica” fu tutto ciò che disse.

Alvarez ha raccontato che i bambini di Michael, Paris e Prince, lo seguirono nella stanza, e Paris urlò: "Papà!" e cominciò a piangere. Murray gli disse di allontanare i bambini dalla stanza, dicendogli “Non lasciare che vedano il loro papà in queste condizioni”.
Alvarez: “Mi girai verso i bambini e dissi loro: Non vi preoccupate, ci prenderemo noi cura di lui, perfavore, uscite fuori."
Scortò i bimbi fuori dalla stanza e poi notò che il pene di Michael fuoriusciva dagli slip ed era attaccato ad un tubicino. Il procuratore Walgren ha chiesto ad Alvarez se sapeva cosa sia un catetere esterno e lui ha risposto di no.

Alvarez ha testimoniato che Murray poi cominciò ad afferrare una manciata di flaconi e istruì Alvarez a metterli in una borsa. Alvarez ha detto che prese una borsa di plastica da una sedia, tenendola mentre il dottore vi buttava dentro i flaconi, e poi mise tutto in un sacco di tela sul pavimento come Murray gli aveva chiesto di fare.

Murray lo istruì anche a prendere uno dei due contenitori dalle flebo vicino al letto di Jackson e a metterlo in un’altra borsa. Alvarez notò una “sostanza lattiginosa” nel fondo della sacca della flebo. L’altro contenitore, che conteneva una soluzione salina, gli venne chiesto da Murray di lasciarla lì dov’era.

Fu solo a questo punto che Murray gli chiese di chiamare il 911.
"Dopo che tu avevi raccolto i flaconi secondo le istruzioni di Murray, e dopo che avevi sistemato le borse, sempre secondo le sue istruzioni, Murray ti istruì a chiamare il 911?” ha chiesto Walgren ad Alvarez. “Sì signore” ha risposto Alvarez.

Walgren ha poi messo in scena la chiamata al 911 la mattina della morte di Michael. Quando Alvarez disse all’operatore del pronto soccorso che un uomo di 50 anni giaceva sul letto incosciente e incapace di respirare, l’operatore lo istruì a spostare l’uomo sul pavimento per praticargli il CPR. Quando Alvarez disse all’operatore che il medico personale dell’uomo era lì, l’operatore rimase stupito. “Oh, c’è un dottore lì?” disse l’operatore, aggiungendo che il dottore sarebbe stata la maggiore autorità.

Quando l’operatore suggerì di spostare l’uomo sul pavimento, Alvarez afferrò le gambe di Michael e Murray il tronco. Alvarez notò una flebo nella gamba di Jackson che doveva essere rimosso. Inoltre, fece caso al catetere.
Alvarez ha riferito che Murray gli chiese di fare compressioni sul petto di Michael mentre lui gli praticava la respirazione bocca a bocca, dicendo ad Alvarez che era la prima volta che lo faceva ma doveva farlo perché “Michael era un amico”.
Walgren ha chiesto ad Alvarez se Michael respirava ancora, e lui ha risposto di no, che gli occhi e la bocca di Michael erano aperti e che era evidentemente morto.
Non c’era pulsazione quando i paramedici arrivarono sulla scena. Quando essi portarono il corpo di Michael giù per le scale, Alvarez portò via i bambini per evitare che lo vedessero. In ospedale, Murray lo ringraziò per la sua assistenza e gli chiese un passaggio per tornare a Carolwood. Lui glielo negò e Murray se ne andò. Alberto poi ricevette una telefonata nella quale gli fu chiesto di portare il cane dei bambini ad Havenhurst. Durante la sua testimonianza, specie nel parlare dei figli di Michael, Alvarez ha spesso dovuto ricacciare indietro le lacrime. La mamma di Michael ha singhiozzato per la maggior parte del tempo e anche le sorelle di Michael erano in lacrime. Anche i fan presenti in aula non sono riusciti a trattenersi, è stata una sessione molto emozionante.
Durante il controinterrogatorio, l’avvocato di Murray Ed Chernoff ha fatto ammettere ad Alvarez che lui non disse mai ai poliziotti che Murray gli ordinò di rimuovere i flaconi dalla stanza di Michael, che aveva rifiutato di parlare con un investigatore della difesa che aveva cercato di interrogarlo, ma che in un interrogatorio con la polizia aveva detto che avrebbe potuto vendere la sua storia ai media in un secondo momento. Joe Jackson a questo punto ha chiuso gli occhi e Janet è apparsa arrabbiatissima.

Secondo testimone: Kay Chase
Al banco dei testimoni è salita poi la cuoca di Jackson Kay Chase, che ha ricordato la corsa giù per le scale del Dottor Murray in stato di panico per chiamare Prince, al quale lei disse: “Potrebbe essere successo qualcosa di spiacevole a tuo padre”. Chase ha detto che era evidente che si trattasse di una situazione di emergenza e le governanti cominciarono a piangere. Chase aveva testimoniato che Jackson seguiva un regime alimentare estremamente sano, che il giorno prima di morire aveva pranzato con un’insalata di tonno scottato. La notte prima che Jackson morisse trovò strano preparare per lui e Murray una zuppa di fagioli bianchi alla toscana, ma quando tornò al lavoro il mattino seguente vide che la zuppa non era stata toccata.

NOTA: in questo video, circa al minuto 03.00, potete ascoltare la cuoca Kay Chase negare il fatto che Prince sia mai salito al piano di sopra quella mattina del 25 giugno. Tutte le testimonianze rese sinora dal personale di sicurezza di Michael l’hanno contraddetta.
www.youtube.com/watch?v=e9eNaElHdDk&feature=youtu.be

Terza testimonianza: Richard Senneff
La testimonianza successiva è stata di Richard Senneff, il paramedico che rispose alla telefonata al 911 dalla casa di Jackson quella mattina. Passarono solo 4 minuti dalla chiamata al 911 all’arrivo dei paramedici a Carolwood.
Senneff ha dichiarato che Murray non menzionò mai di aver somministrato il Propofol a Michael.
Ricordiamo che il procuratore dell’accusa David Walgren ha detto che Murray stava somministrando il Propofol a Michael all’incirca 6 volte a settimana da quando era stato assunto come suo medico personale nel mese di maggio 2009.
Parlò solo del Lorazepam per aiutarlo a dormire. Gli disse che Jackson aveva provato tutta la sera e lui lo stava curando per la disidratazione, tutto sembrava troppo semplice.
Il paramedico ha dichiarato che le risposte di Murray non avevano senso, perché Michael appariva così pallido e magro, che egli pensò si trattasse di un malato terminale.
Ha detto di non aver riconosciuto Jackson finchè non gli fu detto chi fosse il paziente, che ha descritto come una figura scarna, vestito con un pigiama e una cuffia per capelli, e con una flebo nel polpaccio. Quando lo tirò su dal pavimento, il suo corpo era freddo al tatto, le sue mani ed i suoi piedi stavano diventando blu, le pupille erano completamente dilatate e i suoi occhi asciutti. Il paramedico ha dichiarato che Murray gli disse che Jackson aveva appena perso coscienza, ma Senneff ha detto che dalle sue condizioni era ovvio che fosse trascorso un tempo stimabile in una ventina di minuti da quando Jackson era diventato incosciente. Senneff ebbe l’istintiva sensazione che Murray non stesse dicendo la verità. Murray gli disse anche che Jackson non aveva altri problemi di salute sussistenti, che non stava assumendo nessun’altra medicina. L’elettrocardiogramma di Michael era piatto, tentarono con l’adrenalina per fargli ripartire il cuore ma senza successo. Dopo aver fallito tutti i tentativi di rianimarlo attraverso farmaci, un respiratore artificiale e altre misure mediche, Senneff chiamò la sua stazione base all’UCLA Medical Center e gli fu consigliato di definire il caso come “morte”.
“Dissi loro che avevamo una celebrità di altissimo profilo e trasportarlo comunque in ospedale mi avrebbe rassicurato di più” ha detto Senneff. Ha accennato anche al fatto che Murray fosse presente e non voleva definire il caso come morte, che sosteneva di sentire ancora una pulsazione e, come figura medica senior presente sulla scena, rifiutò di pronunciare la morte. Senneff portò quindi il corpo di Jackson nell’ambulanza e ha detto che ritornò nella camera da letto dove trovò Murray vicino al letto: “Aveva un sacchetto di plastica bianco per l’immondizia e stava raccogliendo delle cose”.
Murray era vicino al corpo di Jackson nell’ambulanza in corsa verso l’ospedale. Furono fatti ulteriori tentativi di rianimarlo che fallirono e alle 14.26 Jackson fu dichiarato morto.
Senneff ha ricordato che Murray in ospedale era “iperattivo, nervoso, girovagava sudando e facendo cento cose ad una supervelocità”.
Walgren ha chiesto a Senneff.
“Il dottor Murray avvertì lei o chiunque altro della sua equipe di aver somministrato il Propofol a Jackson?” - “No” ha testimoniato Senneff.
Durante il controinterrogatorio, Chernoff ha fatto ammettere a Senneff che il corpo scheletrico di Jackson, l’ossatura fragile e i piedi bluastri erano segnali di dipendenza dai farmaci.

Udienza preliminira del 04/01/2011

E
E’ cominciata alle 09.00 di mattina PST (ore 18.00 italiane) del 4 gennaio 2011 la prima giornata di udienza preliminare per l’omicidio Jackson.
Vi ricordiamo che non si tratta del processo a Murray: queste udienze servono proprio per stabilire se il processo si farà
Generalmente, negli Stati Uniti queste udienze hanno breve durata e coinvolgono semplicemente le forze di polizia ed il medico legale per raccogliere gli elementi che facciano decidere al giudice se ci sono gli estremi per un processo. Data la complessità di questo caso, avremo circa 2 settimane di udienze preliminari in cui l’accusa chiamerà a testimoniare circa 30 persone.

Alle 08.40 PST Katherine Jackson, La Toya Jackson e Jackie Jackson hanno raggiunto il tribunale. Randy Jackson ha twittato ieri poco prima dell’udienza informando i fan che non stava bene e per questo non avrebbe potuto presenziare alla prima giornata, ma conta di rimettersi per la seconda udienza.
In tribunale era presente anche Nicole Alvarez (la madre del figlio di Murray), la persona con la quale Murray era al telefono quando si rese conto che Michael era in difficoltà. Alla donna è stato ordinato di tornare in aula venerdì prossimo. (Nessuna parentela tra lei e la guardia del corpo di Michael, Alberto Alvarez, solo omonimia).

Nota importante: di seguito sono riportate tutte le informazioni raccolte dalle seguenti fonti:
AP - Associated Press
Fox News
Los Angeles Times
CNN
TMZ
UStream - MJ4Justice

L’udienza preliminare si è aperta con la dichiarazione del procuratore della contea di LA David Walgren, che rappresenta l’Accusa dello Stato della California (la parte a favore di Michael) contro il Dottor Conrad Murray.

Walgren ha dichiarato che:
Michael quando i paramedici arrivarono a casa sua;
Conrad Murray ha atteso 21 minuti (minimo 9 minuti, ma l’accusa dimostrerà che ne passarono oltre 20) per chiamare i paramedici, e prima del loro arrivo ordinò ad una guardia del corpo (Alberto Alvarez) di aiutarlo a rimuovere le prove dalla stanza di Michael;

Conrad Murray ha praticato la CPR in modo scorretto, con una sola mano e sul letto, piuttosto che su una superficie rigida;

Conrad Murray ha tentato di nascondere di aver somministrato del Propofol a Michael. Non disse ai paramedici di aver dato a Michael questo farmaco, parlò solo delle benzodiazepine.

L’avvocato di Murray, Ed Chernoff, ha rifiutato di fare una dichiarazione di apertura.

Dalla famiglia Jackson intanto arriva una nuova conferma del fatto che Michael poco prima di morire disse a sua madre che pensava che qualcuno avesse intenzione di ucciderlo, e che lo avrebbero fatto per il catalogo Sony/ATV in suo possesso.

Il primo testimone dell’accusa è Kenny Ortega.
Ortega ha ricordato che la collaborazione con Michael per il This is it è cominciata nel mese di Aprile 2009. Si vedevano 3/4 giorni alla settimana durante il periodo di produzione, 4/5 nel periodo delle prove. Michael provava nel tardo pomeriggio/sera, circa 6 ore al giorno. Michael gli disse che la ragione per la quale aveva deciso di tornare sul palco erano:
un momento favorevole per esibirsi di nuovo;
i suoi figli che avrebbero potuto godersi lo spettacolo;
i suoi fan e ricordare alle persone di prendersi cura della terra e l’uno dell’altro.
Dopo il tour, Michael voleva aiutarlo a dirigere film, amava fare film e aveva delle idee da condividere.
Ortega ha detto che agli inizi di giugno c’era stata una settimana in cui Michael saltava le prove senza una spiegazione, una situazione che gli metteva ansia. Ha dichiarato di essersi preoccupato il 19 giugno quando Michael raggiunse lo Staples Center per le prove.
“Sembrava non stesse affatto bene. Tremava e riusciva a malapena a parlare. Non era in condizioni di stare alle prove. Dava l’impressione di essere davvero smarrito. Era spaventoso. Non riuscivo a capirne il vero motivo. Non sapevo esattamente cosa non andava, ma sapevo che stava succedendo qualcosa. Gli dissi: Michael, è questo il posto migliore per te in cui stare oppure vuoi andare a casa e stare con la tua famiglia? E lui rispose: Per te andrebbe bene (se andassi a casa)? Io dissi: Sì. E lui andò via.”
Il giorno dopo, 20 giugno 2009, ci fu un incontro a casa di Michael in cui erano presenti Ortega, Frank Di Leo, Randy Phillips e Murray. Ortega ha detto che gli sembrò chiaro che la riunione fosse stata indetta a causa sua.
Murray era arrabbiato con lui per aver rispedito Michael a casa. Murray disse ad Ortega che non avrebbe dovuto farlo perché lo stato fisico e psicologico di Michael era buono e ad Ortega non era dato prendere decisioni di quel tipo perché non era né il medico né lo psicologo di Michael. Ortega ha detto che lui replicò a Murray che secondo la sua opinione, Michael il giorno prima non era sufficientemente in salute per stare sul palco, che se lo avesse fatto sarebbe stato pericoloso per lui e che in ogni caso quella di ritornare a casa era stata una scelta di Michael.
Per l’accusa è importante questo passaggio del 20 giugno per mettere in evidenza il fatto che a Murray non interessava la salute di Michael.
Ortega ha poi aggiunto che il 23 e il 24 giugno furono 2 magnifici giorni di prove e che Michael era felice e stava bene.
Il punto che l’accusa vuole sottolineare, è che Michael non era in difficoltà il giorno prima di morire, è stato il Propofol ad ucciderlo.
Del 23 giugno ha detto: “Era il Michael che tutti noi conoscevamo. Era di ottimo umore e passammo una gran giornata". In merito all’ultima conversazione che ebbe con lui: “Mi disse che era molto, molto felice. Che sentiva che il sogno era lì a portata di mano. Mi disse di ricordare a tutti quanto li volesse bene ed apprezzasse il loro duro lavoro”.
Ortega ha negato di aver richiamato all'ordine Michael nell’incontro del 20 giugno.
Ortega ha dichiarato di non aver mai avuto nessuna conversazione con Karen Faye riguardo le condizioni di salute di Michael.

Secondo testimone: Michael Amir Williams
L’accusa ha cominciato a ricostruire le sconsiderate azioni di Murray prima che Michael morisse, chiamando a testimoniare l’assistente di Jackson, Michael Amir Williams, al quale Murray telefonò prima di effettuare la chiamata al 911.
Amir ha testimoniato che ricevette un agitatissimo messaggio sulla segreteria telefonica alle 12.13 del 25 giugno in cui Murray diceva: “Dove sei? Vieni immediatamente qui, sbrigati”.
Amir ha raccontato che Murray gli disse che Michael aveva avuto una “brutta reazione” e c’era immediatamente bisogno di aiuto, ma Murray non gli chiese di chiamare il 911. Amir chiamò poi Alberto Alvarez, guardia del corpo di Michael, chiedendogli di raggiungere l’ingresso principale. Amir ha detto che udì la voce di Murray in sottofondo e poi Alvarez riattaccò. Ha poi raggiunto la stanza di Michael dove ha visto Murray praticare il CPR in modo scorretto, stava sudando ed era fuori di testa.
Amir ha detto che, quando erano in ospedale, Murray gli parlò di una crema nella stanza di Michael della quale lui sapeva che a Michael non sarebbe piaciuto che il mondo ne venisse a conoscenza, e voleva che qualcuno lo riaccompagnasse a casa di Michael per recuperarla. A lui sembrò una strana richiesta, e anche le altre guardie del corpo furono riluttanti. Successivamente, Murray disse che sarebbe andato a pranzare e lasciò l’ospedale. Amir si è emozionato quando ha raccontato che i figli di Michael, pensando che il loro papà fosse ancora vivo, cominciarono ad elencare le sue allergie ai dottori, e ha ricordato che fu Di Leo a dire loro che Michael non ce l’aveva fatta. Nel contro interrogatorio, Chernoff ha fatto domande ad Amir riguardo alla sua connessione con la Nation of Islam, gli ha chiesto quante volte salì nella camera da letto di Jackson (ai membri dello staff non era permesso salire al piano di sopra, a meno che Murray non li istruisse a farlo, cosa che non avvenne quasi mai), e se è possibile che sulle siringhe o sulle fiale possano essere rinvenute le sue impronte. Amir ha risposto di non averne mai toccato una.

Terzo testimone: Faheem Muhammad, autista personale di Michael il 24 e il 25 giugno.
Faheem era nella stanza di Michael dopo che Murray notò che Michael non respirava più. Vide Murray in ginocchio fare pressione sul petto di Michael che giaceva sul letto, in uno stato di panico. Murray chiese a lui e ad un’altra guardia del corpo (Alberto Alvarez) se qualcuno presente nella stanza conoscesse il CPR.
“Sapevo che Murray fosse un cardiochirurgo, quindi guardai Alberto scioccato (ricordando che Murray chiese se qualcuno era in grado di fare il CPR). Faheem ha ricordato che Prince e Paris erano vicini alla stanza di Michael, videro il loro papà sul letto con gli occhi e la bocca spalancati e Paris era inginocchiata sul pavimento e piangeva. Alla fine lui allontanò i bambini e la tata li portò via. Ha detto che dopo che Michael venne dichiarato morto all’UCLA, Murray gli disse che aveva fame e voleva andare via. Lui gli disse di mangiare all’ospedale, ma Murray se ne andò lo stesso.
Nel contrinterrogatorio, Chernoff ha fatto ammettere a Faheem che Murray parlò con la famiglia Jackson e con la polizia prima di andarsene.